Blog tour Live & Love: intervista a Lorena Marcelli, a cura di Maria Sabina Coluccia

Dell’Irlanda ha i colori: un caschetto di capelli rossi e l’azzurro del cielo e del mare negli occhi. Per l’Irlanda ha una vera passione, da sempre. In Irlanda, se il destino fosse d’accordo, potrebbe anche vivere, tra una Guinness Cake e un faro su un promontorio.

È Lorena Marcelli, autrice di Sposami per un anno e un giorno il romanzo rosa ambientato nell’isola delle fate, che ha inaugurato tre mesi fa la collana Live&Love, dedicata all’amore, della casa editrice Le Mezzelane, di Santa Maria Nuova di Jesi. Giovane, moderna e grintosa realtà editoriale marchigiana della provincia di Ancona, la casa editrice ha scelto per se stessa un nome storico, Le Mezzelane, legato alla tradizione locale della tessitura della lana, a cui in passato si univano filati meno pregiati. Oggi però Le Mezzelane vanta titoli pregiati, e la casa editrice si sta facendo strada nel panorama italiano e internazionale, pur mantenendo vivo il contatto con la tradizione marchigiana e i suoi autori.

Incontriamo Lorena Marcelli, l’autrice di Sposami per un anno e un giorno, la madrina della collana Live&Love. Nata nel vicino Abruzzo, laureata in Giurisprudenza, Lorena Marcelli non è un’esordiente. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di prestigio, premi letterari vinti, iniziative editoriali di successo. Già autrice per Rizzoli, collana Yuofeel, ha pubblicato romanzi di narrativa, d’amore e storici, questi ultimi ambientati nella sua amata Irlanda, come A.D. 1324 Alice Kyteler, la strega di Kilkenny, per i tipi della casa editrice Le Mezzelane, che segue il thriller storico L’enigma del Battista. Altri titoli che si sono imposti all’attenzione del pubblico sono: La collina dei girasoli e Un’altra direzione, ed. EEE, Uno strano scherzo del destino, Per averti e Avrò cura di te invece nella collana Sperling Privè. Lorena Marcelli ha curato anche alcune antologie a scopo benefico, come Eva non è sola – un’antologia contro la violenza di genere, Mi corazòn y tu corazòn, a favore del popolo venezuelano, e Storie, Miti e Leggende in Terra d’Abruzzo, a favore dei vigili del fuoco abruzzesi. Ma torniamo a Sposami per un anno e un giorno e alla verde Irlanda.

Lorena, come hai scoperto il tuo amore per l’Irlanda e cosa ti appassiona di quella terra?

Fu amore a prima vista. Atterrai a Dublino e capii che ero tornata a casa, la casa della mia anima. Non so spiegarti la sensazione provata mentre l’aereo si abbassava e la verde terra irlandese mi accolse. Posso solo confidarti che piansi e che, ancora oggi, ricordo quella sensazione.

Non è la prima volta che quest’isola magica fa da sfondo ai tuoi romanzi. Quali sono i tuoi lavori editoriali precedenti, ambientati sull’isola del trifoglio e che cosa li rende particolari rispetto agli altri tuoi romanzi?

L’Irlanda compare sempre nelle mie storie; è quasi il mio Hitchcock personale. Trovo sempre il modo di farle fare una entrata in scena, anche quando la storia non è ambientata lì. Ho iniziato con La Collina dei girasoli, dove il marito della protagonista è uno scrittore irlandese. Ho dato ampio spazio all’Irlanda del medioevo in L’enigma del Battista, un thriller storico prima, e poi in A.D. 1324 Alice Kyteler, la strega di Kilkenny, uno storico sequel del primo. L’ho fatto ancora in Sposami per un anno e un giorno e anche nell’ultimo romanzo che sto scrivendo in questi giorni. Spesso i miei protagonisti scappano in Irlanda per ritrovare l’equilibrio e la serenità. Cosa rende particolari questi romanzi? La magia che si respira in ogni pagina.

In Sposami per un anno e un giorno sembra quasi di essere sul posto, di respirare la fredda aria del Nord e di vivere immersi in una atmosfera un po’ fatata. Tu credi alle fate? E alle streghe?

Credo alle streghe e ai dispettosi folletti irlandesi. Credo nelle belle leggende antiche e le studio anche, in cerca di storie da raccontare. Le fate non le sento mie amiche, e, se leggerete Sposami per un anno e un giorno, capirete anche il perché.

Le tradizioni gaeliche rivivono tra le pagine di questo romanzo, che cattura e appassiona, non solo perché tratta dell’amore, ma anche perché solleva un velo sul mistero. Quanto è importante per te lo studio della storia e della mitologia nella costruzione di un romanzo, e come ti sei sentita nell’entrare così in profondità nella cultura gaelica?

Lo studio della storia e della mitologia è importante quando si vuole scrivere una storia, che abbia rimandi ad antiche tradizioni o a riti specifici. Se si parla di Irlanda è impossibile non conoscere la sua storia e le sue innumerevoli tradizioni. Io amo moltissimo la cultura gaelica e la studio da anni. Ormai posso dire che fa parte di me e non finisco mai di stupirmi di fronte alla profondità e all’importanza di alcuni riti, legati al culto della natura.

Qual è la magia dell’Irlanda, a tuo avviso?

Il vento, che porta con sé migliaia di voci

Parliamo di matrimoni. Consiglieresti l’handfasting, il rito gaelico che prevede l’unione tra gli sposi per un solo anno, alle ragazze di oggi? Se sì, perché? Se no, perché?

Sì sì e ancora sì. Oltre a essere un rito meraviglioso, pieno di simbolismo e di magia, non lega subito due persone per la vita. Dopo un anno e un giorno la coppia può decidere se rimanere per sempre insieme o se andare ognuno per la propria strada. Senza avvocati e senza bisogno di fare nulla. Non lo trovi estremamente civile, questo matrimonio?

Decisamente civile e intrigante, nella sua ritualità e simbologia, che si esprime bene nel claddagh, un anello molto speciale, composto da due mani che tengono un cuore, sul quale è posta una corona. Le mani sono il simbolo dell’amicizia, la corona rappresenta la lealtà e il cuore l’amore. Cosa saresti disposta a fare per un claddagh?

Nulla, perché ce l’ho da anni. Fu la prima cosa che comprammo a Dublino io e mio marito.

Se dovessi regalarlo a qualcuno, chi ti piacerebbe che lo indossasse? E da chi lo vorresti in dono?

Lo regalerei alla mia più cara amica come segno di amicizia e lealtà; l’ho ricevuto dall’uomo che ho sposato in segno del suo amore.

L’Irlanda si contende il tuo cuore con l’Abruzzo, la terra in cui sei nata. A cosa non rinunceresti mai del tuo Abruzzo e della cucina abruzzese?

A nulla perché, unico difetto irlandese, non è che lì si mangi tanto bene.

La tua eroina abruzzese del cuore e quella irlandese.

La mia eroina abruzzese preferita è Ambra, protagonista principale del romanzo La collina dei girasoli; quella irlandese…indovina un po’? Si chiama Alice ed è vissuta 700 anni fa.

Se dovessi invitare un ipotetico Konnyr a cena, l’affascinante protagonista maschile di Sposami per un anno e un giorno, con che piatto lo sedurresti?

Lo avvelenerei di sicuro perché non so cucinare ma, se proprio devo far finta di saperlo fare, gli farei il timballo alla teramana o le scrippelle m’busse (scrippelle in brodo). Ti assicuro che non potrebbe più fare a meno di me.

Mila, la protagonista di questo romanzo, che cosa rappresenta?

La rinascita.

Il messaggio che vuoi consegnare alle donne è?

Cadete, piangete, disperatevi ma poi rialzatevi. Sempre!

L’amore è?

Un bel romanzo con il lieto fine.

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