Oggi tocca a me – Daniela Pandozi

Premetto: non sono una autrice e non amo particolarmente scrivere, ma sono tanti anni che mi dedico all’insegnamento dello yoga e del massaggio ayurvedico. Così, via via, qualcosa mi è sempre toccato mettere nero su bianco per i miei allievi, e poi…

…la domanda di Maria Grazia Beltrami, un vulcano pieno di idee con la sua curiosità, il suo inarrestabile entusiasmo: “ma perché una persona di cinquant’anni suonati dovrebbe iniziare a praticare lo yoga”? Perché non scrivi qualcosa?

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E così, galeotto un succulento piatto di ravioli conditi con dell’ottimo pecorino sardo, gustati nientepopòdimeno che a Berlino, mi sono lasciata prendere dalla possibilità di parlare un po’ dello yoga, un’arte che fa parte, credo da sempre, della mia vita: da ragazza attratta da tutti i libri che ne parlavano e da adulta, quando finalmente ho trovato una scuola seria dove imparare, come allieva aspirante insegnante e poi insegnante a mia volta!

Ma da subito mi si è posto un problema: come scrivere di una materia così vasta come è quella dello yoga, tra l’altro molto spesso male interpretato e divulgato – spesso frainteso-, in maniera semplice, comprensibile a chiunque, e breve? Forse facendo la cosa più ovvia: ho immaginato di guidare una lezione, una sequenza semplice che potrei proporre a chiunque o, per rispondere alla domanda di Maria Grazia, ad un gruppetto di cinquantenni alla loro prima lezione. Un bel gruppetto di miei coetanei, tra parentesi.

Questo mi ha permesso di spiegare qualche esercizio e di sviluppare alcuni concetti dello yoga provando a spiegare che cosa è, in maniera semplice, di facile comprensione per chiunque.

Spero solo di esserci riuscita e ringrazio per questo Le Mezzelane casa editrice, una casa editrice seria, frizzante, non a pagamento che vuol bene ai suoi autori, li segue e promuove i loro lavori ben districandosi e facendosi largo nel difficile mondo dell’editoria.

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E quindi ho iniziato proprio così:

Mi trovavo a pranzo con un’amica e, tra una chiacchiera e l’altra, assaporando con gusto un delizioso piatto di ravioli, alla fine è venuto fuori che insegno yoga, e, dato che siamo coetanee, le si è accesa la curiosità…

«Perché una persona, diciamo un po’ matura, dovrebbe accostarsi allo yoga?»

Domanda molto interessante che debbo dire, mi stuzzica un po’.

Una risposta, la più semplice ed ovvia, potrebbe essere “per il semplice piacere di farlo”.

«Vedi questo piatto di ravioli condito con del saporitissimo pecorino sardo? Perché lo mangi? Perché ti piace.»

Così dovrebbe essere anche per lo yoga.

“Io sono cibo! Io sono mangiatore di cibo! Chi mi dona mi ha; sono il cibo e il mangiatore di cibo. Sono tutto l’esistente.” Taittirîya upanishad

Se assaggio lo Yoga poi finisce che mi

E quindi arriviamo al titolo: Se assaggio lo yoga poi finisce che mi piace.

Lo yoga va assaggiato, assaporato, masticato, praticato e… se poi finisce che ti piace, allora sì, potrebbe essere un valido motivo per praticarlo.

Mi piace nuotare, camminare, leggere.

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